Walter ebbe un po’ di bile
alla sconfitta l’altro aprile
poi, fu l’Umbria che a sua volta
gli negò la propria porta.
Quando in USA vinse Obama,
il We Can di sua campana
piacque tanto al pio Veltroni,
che lo adottò a larghi toni.
Ma nel popolo PD
le correnti ch’eran lì
gli remavan sempre contro
causando ira e scontro.
Poi, c’è stata, sempre calda,
la sconfitta in terra sarda
con l’iniziò ad un processo
da chiarire poi al congresso.
Ma Veltroni ha avuto fiuto
ed ha fatto il gran rifiuto,
si è dimesso dall’arena
annunciandone la pena:
“Io non porto più la croce
traghettandovi alla foce
sono stato pugnalato
da un interno dissennato”.
Molti vedon nella resa
un’entrata a gamba tesa,
di D’Alema, quello tosto
che manovra di nascosto.
La storia gli ha insegnato
a sottrarsi dal bruciato
dando colpa a chi conduce
d’aver fatta poca luce.
Al momento chi traghetta
è Franceschini la staffetta,
pur sapendo che tra poco
anche lui andrà nel fuoco.
In quel ruolo molto amato,
è Bersani il destinato,
per D’Alema è l’uomo giusto
che possiede grinta e gusto.
Così è pronto, in teoria,
a impostar la sua regia
non da RE con un mandato
ma Richelieu … l’illuminato
aro